“Le parole sono dotate di un immenso potere: sono
in grado di aiutare, di indicare un cammino, di recare la speranza. Lo scrive
Eugenio Borgna, psichiatra illustre, nel suo ultimo libro “La fragilità che è in noi”, ma non solo.
Alla base di questo libro c’è un progetto
specifico, il progetto "Ippocrates" che è durato due anni presso l’Istituto dei tumori di Milano con lo scopo di migliorare il
rapporto medico-paziente. L’idea era quella di premiare attraverso delle note
pubbliche i medici più comunicativi in modo da renderli una sorta di esempio
per gli altri e stimolare a una migliore comunicazione empatica. L’obiettivo
finale, come in realtà si evince anche da questo articolo di Corriere Salute, rimane sempre il paziente, come affronta la sua malattia
e la sua guarigione. E chi più del proprio medico può aiutare in questo
percorso?
Come sempre le parole hanno un potere curativo:
lo vediamo nelle piccole situazioni di tutti i giorni quando abbiamo bisogno di
essere consolati, ascoltati, approvati.
Nelle sessioni counseling le persone si
raccontano e nel raccontarsi si avviano alla ricerca dei cambiamenti profondi
proprio attraverso le parole che vengono accolte, ascoltate e rese importanti.
Parlare aiuta: forse perché nel dialogo, se è sincero, si impara, si cresce e
ci si mette in gioco.
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