domenica 20 ottobre 2013

Lettera 22 (anche usata) cercasi


“Aveva un’idea dell’industria che non era quella tipica italiana. In Italia si ha, spesso, un’idea parassitaria dell’industria: si privatizzano gli utili e si socializzano le perdite. Lui socializzava gli utili”. È Franco Bernini, (sceneggiatore della fiction di Rai 1 “La forza di un sogno”  in onda il 28 e 29 ottobre), che parla di Adriano Olivetti, l’imprenditore delle macchine da scrivere che creò il primo computer al mondo.
Questa storia è tutta italiana, non parla di garage e di ragazzi genialoidi, ma dalla trasformazione di una piccola fabbrica di Ivrea nell’industria leader del settore e di un uomo che concepiva “la fabbrica a misura d’uomo perché trovasse nel posto di lavoro uno strumento di riscatto e non un congegno di sofferenza”.
Solo Olivetti poteva pensare a una macchina da scrivere per tutti, leggera, portatile, facile all’uso. Nacque così la “Lettera 22” immortalata sulle ginocchia e nelle mani d’importanti scrittori e giornalisti, ma anche parte della collezione permanente del prestigioso MoMa di New York.
Intorno a Olivetti tutto parla di semplicità e di uomini che lo ricordano gioviale e sorridente, sempre: una semplicità che oggi è merce molto rara.
Olivetti amava dire: “Una fabbrica che funziona in un Paese che non funziona è inutile”… chissà cosa penserebbe oggi? Forse sorriderebbe e continuerebbe a lavorare, rimboccandosi le maniche pensando ai suoi dipendenti al lavoro nelle sedi studiate da grandi architetti e con grandi vetrate perché la luce ben illuminasse gli interni.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di una Lettera 22 (anche usata): serve a tutti noi, imprenditori o operai, impiegati o professionisti. Una Lettera 22 semplice e funzionale che ci aiuti a ricostruire il nostro lavoro dal profondo, con la stessa cura ed entusiasmo, per tornare ad elevarlo e a credere in un futuro migliore.
Per approfondire: Ai Lavoratori, Adriano Olivetti, Ed. di Comunità, Roma 

1 commento:

Gianmaria Odello ha detto...

Ho ancora quella di mio padre, che poi ho usato per scrivere la tesi di laurea, quando ancora si battevano 6 copie con 5 fogli di carta carbone....
Ma non la cedo...