“Aveva un’idea dell’industria che non era quella tipica italiana. In
Italia si ha, spesso, un’idea parassitaria dell’industria: si privatizzano gli
utili e si socializzano le perdite. Lui socializzava gli utili”. È Franco
Bernini, (sceneggiatore della fiction di Rai 1 “La forza di un sogno”
in onda il 28 e 29 ottobre), che parla di Adriano Olivetti, l’imprenditore delle macchine da scrivere che creò il primo computer al mondo.
Questa storia è tutta italiana, non parla di garage e di ragazzi
genialoidi, ma dalla trasformazione di una piccola fabbrica di Ivrea
nell’industria leader del settore e di un uomo che concepiva “la fabbrica a
misura d’uomo perché trovasse nel posto di lavoro uno strumento di riscatto e
non un congegno di sofferenza”.
Solo Olivetti poteva pensare a una macchina da scrivere per tutti,
leggera, portatile, facile all’uso. Nacque così la “Lettera 22” immortalata
sulle ginocchia e nelle mani d’importanti scrittori e giornalisti, ma anche parte
della collezione permanente del prestigioso MoMa di New York.
Intorno a Olivetti tutto parla di semplicità e di uomini che lo
ricordano gioviale e sorridente, sempre: una semplicità che oggi è merce molto
rara.
Olivetti amava dire: “Una fabbrica che funziona in un Paese che non
funziona è inutile”… chissà cosa penserebbe oggi? Forse sorriderebbe e
continuerebbe a lavorare, rimboccandosi le maniche pensando ai suoi dipendenti al
lavoro nelle sedi studiate da grandi architetti e con grandi vetrate perché la
luce ben illuminasse gli interni.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di una Lettera 22 (anche usata):
serve a tutti noi, imprenditori o operai, impiegati o professionisti. Una
Lettera 22 semplice e funzionale che ci aiuti a ricostruire il nostro lavoro dal
profondo, con la stessa cura ed entusiasmo, per tornare ad elevarlo e a credere
in un futuro migliore.
Per approfondire: Ai Lavoratori, Adriano Olivetti, Ed. di Comunità, Roma
1 commento:
Ho ancora quella di mio padre, che poi ho usato per scrivere la tesi di laurea, quando ancora si battevano 6 copie con 5 fogli di carta carbone....
Ma non la cedo...
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