domenica 10 marzo 2013

Perché i manager sbagliano_1?


Se errare è umano anche i manager non ne sono esenti, anzi. Propongo a partire da questo post degli spunti di riflessione sulle cause che possono spingere dei manager a fallire

1. I manager erano degli stupidi: sia l’errore che la stupidità non sono un’esclusiva di una determinata classe: il problema, allora, è di chi li scelti come manager.
2. I manager potrebbero non essere stati a conoscenza di ciò che stava accadendo: ho sempre sostenuto che un buon manager deve sempre essere a conoscenza di tutto ciò che accade soprattutto utilizzando gli strumenti di delega. Quindi il delegato perché dovrebbe nascondere qualcosa? Forse perché lui per primo non è all’altezza? Non serve sapere tutto quello che succede se chi è stato posto in una posizione di controllo sa quello che fa.
3. C’è stato un errore nell’esecuzione: può succedere; a volte la catena esecutiva è talmente lunga che qualche intoppo è inevitabile o qualche maglia troppo lenta, ma questo evidenzia la scelta di persone sbagliate nel posto sbagliato. Saper scegliere è determinante e quando non si ha la possibilità di farlo bisogna saper alimentare la professionalità e la motivazione.
4. I manager non ci stanno provando abbastanza: le scelte strategiche per quanto fondamentali sono comunque governate da uomini. Questi hanno il dovere di investigare tutte le più svariate possibilità per trovare le soluzioni ai problemi.
5. I manager non avevano doti di leadership: leadership e management possono andare a braccetto, ma sono due cose diverse. La prima stimola idee e contenuti, forgia strategie e pensieri proattivi, la seconda ha il compito di strutturare e organizzare. Spesso un buon leader non è manager e viceversa.
6. La società non aveva le risorse necessarie: credo sia compito di un manager crearle in continuazione in uno spirito di evoluzione e miglioramento continuo.
7. I manager erano una manica di ladri: capita sempre più di frequente, ma come per la stupidità nessuna classe ne è esente.

3 commenti:

Antonio ha detto...

Premesso che tutti i punti sono "giusti", penso che il 5 sia quello più frequente...
Purtroppo la leadership non la si "impara", semmai la si "coltiva" ovvero è in parte innata, un lato del carattere...

Vera Luppi ha detto...

Salve a tutti i lettori,
vorrei aggiungere un punto all'elenco - già ben fatto - per descrivere un'ulteriore realtà che ho incontrato spesso:
- il manager era un bravissimo sottoposto, o un bravissimo tecnico, o un bravissimo esecutore e, proprio perché era una persona molto esperta e molto produttiva, l'organizzazione ha voluto promuoverla a gestore dei suoi ex-colleghi e dei processi che prima eseguiva direttamente.
Purtroppo accade spesso che quello che era un bravo sottoposto/tecnico/esecutore non possieda capacità manageriali. Risultato: l'organizzazione potrebbe aver perso un'ottima risorsa produttiva e guadagnato un pessimo manager, stressato e frustrato.
Il problema può essere risolto prevedendo un buon percorso di inserimento nel ruolo, tanta formazione e un po' di tempo.
Buon proseguimento!
Vera Luppi

Paolo G. Bianchi ha detto...

@Antonio e Vera
grazie per i vostri preziosi contributi che peraltro condivido pienamente. guai se non ci fosse crescita continua della persona attraverso formazione continua e dedizione a ruolo e obiettivi personali in un'ottica aziendale.
Quante "risorse" perse vedo ogni giorno: basterebbe solo un po' di buona volontà, ma a quanto pare si corre più facilmente per il risultato immediato rispetto a quello e medio lungo termine...
grazie