martedì 10 aprile 2012

Si può fare



"Si può fare" è una frase che si sente sempre meno, sostituita da un miliardo di scuse e problemi spesso riconducibili alla crisi che ormai sembra essere la scappatoia ideale per "non fare".

"Si può fare" è anche il titolo di un film bellissimo del 2008 in cui un sindacalista che definirei  definirei "innovativo" viene mandato a dirigere una fatiscente cooperativa di lavoro che  ha lo scopo di tenere occupati dei malati mentali. 
Tra assemblee improbabili assemblee dei soci, leggi di mercato applicate in modo assurdo, direzioni di cantiere strampalate e formazioni casual ne uscirà una fantastica cooperativa specializzata nella realizzazione di parquet artistici che vincerà anche una gara d'appalto per la metropolitana di Parigi.
 
Un film che fa sorridere e anche riflettere molto sui sani, sui malati (ma chi non lo è?), su cosa è importante nella vita in un continuo mettersi in discussione da parte di tutti i protagonisti: alla fine prevale la voglia di fare, di sentirsi realizzati
attraverso il lavoro, di trovare punti di incontro con i responsabili sanitari,  tra "malati e sani" il tutto con un unico scopo: si può fare e si farà.

Da vedere perché il lavoro aiuta davvero tutti a ritrovare dignità e perché c'è una dignità anche nel farlo con degli ideali a volte scomodi.
Voto 10

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