domenica 15 gennaio 2012

Il futuro incerto

Quest’anno sono riuscito ad evitare il bombardamento di oroscopi e previsioni e, francamente, in questo momento, non mi importa molto della previsione dei Maja che non mangeremo più il prossimo panettone. Quello che mi colpisce di più all’inizio di questo 2012 è come il clima di incertezza politica ed economica generale stia creando ansia e paura. Certo è che i tempi non sono da ballo in maschera, ma da qui alla catastrofe credo vi siano molti ponti da passare. 

I saggi cinesi dicevano di concentrarsi sempre sul presente, i monaci benedettini addirittura nell’attimo che scorre: cosa possiamo fare per vincere la paura che ci sta paralizzando? Credo la prima mossa sia distinguere ciò che dipende da noi in modo diretto da quello che invece non lo è. Visto che non possiamo influenzare se non marginalmente le grandi strategie internazionali, quello che possiamo fare è concentrarci sulla vita di tutti giorni distinguendo tra fabbisogni reali e aggiuntivi e verificando quali sono le cose alle quali possiamo realmente rinunciare. 

Tutto questo non farà scomparire la paura, ma abbiamo la possibilità di esorcizzarla e vivere meglio nel presente. Chi vive in uno stato di grande abbandono sa che deve fare fronte ai bisogni primari, ma la maggior parte delle persone che incontro nelle sessioni di counseling non ha questa necessità: la paura piuttosto è quella di vedere un mondo diverso da quello che si era prospettata. Forse la vera rivoluzione è ritornare ad essere meno complessi e a godere di più delle piccole cose e dei piccoli successi giornalieri. Ricordate? “Un piccolo passo per un uomo…” per arrivare alla luna e oltre.

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