domenica 20 novembre 2011

Il vento fa il suo giro



"Il vento fa il suo giro": sembra un detto zen, invece è anche il titolo di un interessante film del quale voglio parlarvi oggi.

Siamo in un piccolo paesino semi abbandonato della Val Maira (Cuneo) che si ripopola solo per il breve periodo delle vacanze estive. Teatro di furti continui e di decadenti case solitarie rimane la roccaforte dei pochi abitanti che sono poco propensi ad accettare estranei che si vogliono stabilire da loro. E’ il caso di un pastore di capre, proveniente dalla vicina Francia che con moglie e figli vuole iniziare a produrre formaggio in paese. Nonostante l'aspetto “montanaro” del francese la diffidenza del villaggio è molto forte e il sindaco fatica non poco per trovargli casa, stalla e campi su cui far pascolare le sue capre: tutto sembra funzionare, ma alla fine pregiudizi e chiusure mentali prevalgono su ogni buon proposito.

E' un film bello e interessante, aspro come le montagne in cui si svolge, ritorto come le curve che portano al paese. I diversi personaggi (impersonati per la maggior parte da attori non professionisti del posto) si incontrano e scontrano sul piano della tolleranza, della cultura, delle lingue, ma soprattutto delle invidie e delle rotture di equilibri consolidati.

Un pastore idealista e egoista da una parte, una moglie che sente sfuggire gli anni, un musicista alla ricerca di se stesso, il "matto del paese" e un sindaco con tanta voglia di fare si incrociano per poi allontanarsi.

Rimane alla fine un giovane che dalla valle, dove il padre si è trasferito per aprire una stalla nuova e moderna, riaccende il fuoco nella vecchia casa dei nonni in alta montagna. E' una piccola fiamma che apre al ritorno, al cambiamento, che rompe gli schemi con un sorriso: mentre tutti partono e qualcuno muore lui torna là dove tutto, nella sua famiglia, ha preso inizio, e "il vento fa suo giro"...

1 commento:

Nando Finizio ha detto...

Forse sarà questa la fine della crisi. Abbiamo abbandonato il passato. E' giusto che ci ritorneremo. Siamo partiti con una bellisssima e inaffondabile nave. Adesso ci ritroviamo in pieno oceano e in piena tempesta. Perchè a causa delle nostre presunzuoni, i nostri complessi di superirità, la nostra ingordigia, la nostra ipocrisia e la nostra scontata sicurezza di noi stessi abbiamo lasciato le ancore sulla terra ferma. Bisogna tornare indietro a riprenderle.
E'vero; il vento fa il suo giro.
Nando Finizio