martedì 24 marzo 2009

Il pane di ieri

C’è un’antica saggezza contadina che sembra perduta nelle parole che Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, rievoca nel suo libro “Il pane di ieri” () che ho appena terminato di leggere.

Enzo ricorda che nella sua educazione povera e contadina il cibo aveva un posto fondamentale, una presenza che era legata alle stagioni e non agli egoismi umani: "Mia madre deponeva sul tavolo ogni mattina una grissia del pane di ieri, un fiasco di vino, un oriolo di olio e una saliera, tutto ricoperto da un tovagliolo da lei ricamato con la scritta – l’olio, il pane, il vino e il sale siano lezione e consolazione–".

Nel mio ragionare su cibo e management, la lettura di questa raccolta di storie mi ha fatto riflettere su come la semplicità dei gesti renda grandi le cose di tutti i giorni, proprio partendo dal cibo preparato da una mamma premurosa. Dietro allo chef e alla sua squadra che nei miei corsi di formazione in cucina “à la carte” si misura con la realizzazione di una cena completa, è proprio questa semplicità di cui parla Enzo che rende efficace la comunicazione e nel sapore dei piatti preparati rende tutti consapevoli di come sia importante condividere gli obiettivi per avere un ottimo risultato.

Del resto l’impresa ha il compito di dare il “pane di oggi” ai suoi dipendenti.

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