martedì 18 marzo 2008

Autocontrollo

Prendo spunto per il post di oggi da un articolo di Alessandro Bucciol e Marco Piovesan apparso su Ticonzero knowledge and ideas for emerging leaders .

Secondo gli autori “la mancanza di autocontrollo genera anomalie nel comportamento umano che sono dannose per gli individui in un’ottica di lungo periodo” e parlano di come “evitare situazioni a rischio di tentazione dichiarando l’obiettivo da raggiungere e utilizzando il supporto di persone esterne”.
Qui autocontrollo non è “evitare di perdere le staffe”, ma autodisciplina nel raggiungere gli obiettivi nel medio-lungo periodo. La tesi dei due autori è che “la tentazione è più forte quando la gratificazione è più vicina al momento in cui si compie la scelta”. È da queste basi che il marketing sferra il suo attacco: mentre si è in fila alla cassa di un supermercato è difficile resistere all’acquisto di piccoli prodotti, soprattutto i bambini. Tutti gli acquisti sono sempre più mossi dal mancato autocontrollo.

In azienda non è molto diverso. È sempre più difficile tenere alto l’interesse dei collaboratori a raggiungere i loro obiettivi. E’ opinione diffusa che per creare automotivazione servano premi, soprattutto in denaro, oppure gare di bravura. Molto spesso queste tattiche non sono sufficienti e spesso producono l’effetto opposto.


La cosa migliore da fare, come suggeriscono Bucciol e Piovesan, è quella di far dichiarare a ciascuno i propri impegni e di richiedere l’aiuto di persone esterne al gruppo per poterli raggiungere. È un metodo che applico regolarmente in azienda con un certo successo. La tecnica è quella del dividersi i compiti, dove possibile, sulla base delle proprie inclinazioni, attitudini e abilità. Il leader dovrebbe aiutare le persone ad individuare le loro naturali inclinazioni. L’ho imparato dalla Regola Benedettina: l’abate ha il compito di aiutare i monaci nella loro realizzazione personale e professionale. Capite che in questo modo la motivazione è sempre crescente perché ognuno è spinto a volere fare meglio ciò che già gli piace.
E per i compiti sgradevoli? Qui esiste un sistema di turnazione: una volta dichiarate le cose che tutti odiano si stabilisce e ci si accorda insieme al leader su come e quando farle. Bisogna solo avere il coraggio di dichiarare sempre quali sono le “attrazioni fatali” che possono allontanarci dai nostri obiettivi e chiedere ai colleghi l’aiuto per starne lontani. Si chiama capacità di previsione.

Walden Thoreau scriveva: “volgi il tuo occhio all’interno, e scoprirai migliaia di regioni nel tuo cuore” e l’esempio portato da Bucciol e Piovesan è proprio calzante: Ulisse si fa legare all’albero della nave per sfuggire alle tentazioni delle sirene. Lui si conosceva bene e ha raggiunto sano e salvo la sua meta grazie all’aiuto dei suoi compagni di navigazione.

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