domenica 5 agosto 2007

Coltivare l’orto e se stessi

Qualche giorno fa un’amica conosciuta durante un viaggio a Berna, mi ha inviato un bellissimo libro dal tema inusuale che vi consiglio di leggere durante la pausa estiva: “L’arte di coltivare l’orto e se stessi”.
“Come si coltiva un orto? Attraverso quali atti? Che cosa c’è da mettere in gioco?” Sono le domande che l’autrice Adriana Bonavia Giorgetti si fa all’inizio di questo libro. Naturalmente non è un trattato di orticoltura, né una raccolta di istruzioni per coltivare se stessi, ma la scoperta dell’orto come luogo per reimparare il senso del lavoro.
Mentre le piante ci parlano tra prezzemolo, basilico e altri ortaggi si può capire il senso di una pazienza antica in cui l’azione di oggi ha bisogno di tempo per crescere, per maturare e darci poi i suoi frutti. I gesti per coltivare un orto sono sempre semplici, ma attenti, di una ritualità antica in cui contemplazione e meditazione si mescolano alla cura e alla razionalità.

“Da un fagiolo di un centimetro nasce una pianta che a sviluppo completo occuperà parecchio spazio in altezza e larghezza per cui l’attenzione deve svilupparsi al futuro” quale migliore insegnamento per uomini prospettati a creare o dirigere imprese? Come sempre la natura, anche se delimitata in piccole aiuole, ci insegna a recuperare noi stessi e a non staccarci mai dal nostro piccolo orto interiore che richiede sempre più cure di quelle che normalmente gli concediamo.
Chi semina raccoglie…

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