domenica 1 luglio 2007

Formazione in aula o esperienziale o outdoor, o a distanza o altro? - 3

Ho chiesta ad Andrea Laus, mio partner in diversi progetti ed esperto multimediale, di scrivere un post proprio sulla formazione a distanza. Lo pubblico tale e quale; grazie Andrea.

“Incontro 2 aziende al giorno. Per 5 giorni alla settimana, tutto l’anno. Quasi tutti gli interlocutori hanno già fatto qualche esperienza di formazione a distanza. Di questi almeno la metà si lamenta: “i nostri dipendenti non si affezionano, l’e-learning non riesce a coinvolgere… molto meglio l’aula”.
Cerco di capire meglio. Anche perché è come se, parlando di cucina, mi dicessero: “il primo non piace ai nostri clienti, meglio un buon arrosto”.

Poi diamo una occhiata al loro e-learning. E tutto diventa chiaro. Hanno messo on-line dei contenuti “da sfogliare”, nel senso vero del termine: l’utente clicca, legge, guarda, qualche volta (raramente) ascolta e clicca di nuovo, verso la pagina successiva. Alla fine risponde a tre domande e tutto finisce lì.
Mi viene in mente che l’equivalente, in aula, sarebbe far sedere le persone al loro posto e, invece di un docente, mettere il mezzobusto del telegiornale (ma quello che usano quando c’è lo sciopero dell’informazione, avete presente del tipo: “sono stato autorizzato dal comitato di redazione… solo notizie senza servizi esterni…” eccetera). Questo sale in cattedra ed inizia a snocciolare i contenuti del corso, senza emozione, senza coinvolgere, senza interagire. Esci dall’aula e cosa pensi? “Ma che razza di corso era? I corsi in aula non sono interessanti!”.

Questo paragone ci fa sorridere: la formazione d’aula è così radicata nella nostra cultura che a nessun trainer verrebbe mai in mente di organizzare in questo modo un corso (sebbene ciascuno di noi abbia prima o poi partecipato ad un corso “poco interessante” o “noioso”, e di solito la colpa è del docente).

Eppure, quando si parla di formazione a distanza, la maggior parte delle aziende ancora non riesce ad associare questa esperienza (perché, ricordiamocelo, per l’utente è prima di tutto una esperienza) ad un banale ma fondamentale concetto di fondo: chi partecipa, e sottolineo partecipa, ad un corso deve essere coinvolto.
E’ ovvio che il modo di coinvolgere il discente in aula è e deve essere diverso dal modo in cui lo si coinvolge on-line. Ma comunque va coinvolto. Altrimenti la formazione (che sia in aula o davanti a un pc) non funziona.

Per fortuna qualche esempio di corsi on-line che prima di tutto mirano a coinvolgere gli utenti c’è. E funziona. Le persone sono attratte da questo tipo di formazione. E in questi casi non si pone più il dilemma aula o on-line, quasi fossero alternative inconciliabili. Anzi, quando si riesce a coinvolgere lo si può fare anche mixando le tecniche. Vedi ad esempio l’approccio Abbey Programme® e i simulatori multimediali, di cui abbiamo già accennato qualcosa.

Comunque, questa davvero è l’alba dell’e-learning. Nel senso che manca ancora parecchia strada da fare prima che si raggiunga una vera consapevolezza di come fare un e-learning efficace. Noi saremo sempre qui, e vi aggiorneremo sui progressi di questo bimbo in fasce.”


Nessun commento: