domenica 27 maggio 2007

L’uomo più felice del mondo

Lo scorso 25 maggio, Venerdì di Repubblica ha pubblicato un articolo dal titolo: “Come essere felicissimi rinunciando a quasi tutto”. Alcuni scienziati dell’Università del Wisconsin hanno sottoposto a risonanza magnetica il cervello di centinaia di volontari al fine di misurare il loro stato di felicità. E’ emerso che l’uomo più felice del mondo è Matthieu Ricard, 61 anni, francese, consigliere e traduttore del Dalai Lama.
Matthieu sostiene che se si passa gran parte del proprio tempo in contemplazione si può raggiungere la felicità assoluta.

Questa notizia non mi ha stupito, anzi, non ha fatto altro che riconfermare un’ esperienza che si ripete ad ogni Abbey Programme® e cioè la sorpresa dei partecipanti nel constatare la serenità e la quiete dei monaci benedettini. Il segreto sta proprio nella Regola Benedettina che propone al monaco una sana alternanza tra attività lavorativa, tempo della meditazione e della contemplazione, tempo personale per lo studio, tempo libero e riposo.
Ciò che colpisce particolarmente è capire come il giusto “mix” di tutti questi elementi permette a tutti di guadagnare maggior tempo per se stessi senza venire meno alle esigenze lavorative e ai risultati da raggiungere.

A qualche mese di distanza dall’esperienza Abbey Programme® sono molti i partecipanti che mi dicono di avere riconsiderato il loro stile di vita e di sentirsi più sereni e più lucidi anche nei momenti di particolare tensione che devono affrontare. Hanno fatto proprio l’insegnamento che il tempo personale è un valore assoluto nel quale poter ritrovare quegli aspetti positivi fondamentali per un buon manager e la carica interiore per trasferirli ai propri collaboratori. In alcuni partecipanti pochi attimi di distensione e riflessione al giorno hanno prodotto cambiamenti radicali nei rapporti interpersonali migliorando la comunicazione e orientandola all’essenzialità.
Le latitudini cambiano, gli insegnamenti dei monaci, no.

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